L’umano contemporaneo resta in casa a pettinarsi tutto il giorno.
Gli altri... si tagliano i capelli con schegge di pietra e preparano acconciature con rametti di legno e frammenti d’ossa.
I vecchi stanno seduti in cerchio, il centro è un calderone, le rughe ruotano in orbita di pelle morta.
Le donne hanno il viso coperto ma il seno è scoperto.
La pancia è dipinta di verde, ma non verde petrolio, né verde militare. Solo verde.
Le gambe son forti e robuste, più delle braccia.
Le piante dei piedi son come di roccia.
I bambini sono assordanti, volatili ma ordinati.
I bambini non sono né maschi né femmine: sono solo bambini.
I bambini distraggono i vecchi.
I vecchi sorridono ai bambini.
Anche i vecchi son solo vecchi.
Le donne son tutte dipinte.
Che fanno gli uomini?
L’umano contemporaneo perde tempo a rimirarsi allo specchio.
Gli altri... infrangono il viso sui cerchi nel lago, spaventano i pesci, non mangiano i pesci.
I vecchi raccolgono frutta polposa, dolce, non danno importanza agli agrumi, ai frutti acidi.
I limoni son doni o semplici decorazioni.
Le donne – ora a volto scoperto – portano i capelli corti: ché nessuna ciocca ne arresti lo sguardo.
La pelle è bruciata dal sole, tranne che in faccia.
Le unghie son solide – anche quelle dei piedi – e dalla tinta uniforme.
I bambini son calmi: bisbigliano versi all’orecchio l’un l’altro; uno di loro ha ottenuto qualcosa da un vecchio, un piccolo oggetto, forse di ferro.
Le donne mostrano il sorriso ai bambini.
I bambini sorridono.
I vecchi sorridono.
Tutti sorridono.
Che fanno gli uomini?
(Continua…)
[Stefano Decandia]