La passeggiata notturna nel rione
Dà senso di comunità
A piedi nudi sotto casa
Si raccolgono confidenze
Ci si apre con qualche bicchiere
Le ultime serrande abbassate
Rilasciano luci a spiragli
I sonagli delle macchinette
Prima incantano e dopo intrattengono
Il codazzo per le sigarette
Un bacio ché non le conosco
Per le bici addormentate nel sottobosco
Nemmanco i cani abbaiano
È tutto così sopito rallentato
Tutto immerso in quel liquido
Sotto spirito
Che è lo spirito del vicinato
(Continua…)
[Stefano Decandia]
giovedì 20 luglio 2017
domenica 16 luglio 2017
Domenica in città (Non si vive di solo mare)
Amo la città vuota
Le strade assolate
La quiete del meriggio bollente
Assolato sa di solitudine
Di calma intima
Ronzio desertico
Brusio di terra cotta cocente
Camminando a piedi sbalzi
Eviti ferraglie
Meriti germogli
Dalla pianta dei piedi scalzi
Là dove la palma si fa spessa
S’infittisce e non ne fa mistero
Il tallone diventa nero
Preserva il tronco
Dalle punte acuminate
Rampica dal polpaccio
Su fino all’avambraccio
Conserva lembi di pelle molle
Monito di vescica
Bolla della salita
(Continua...)
[Stefano Decandia]
Le strade assolate
La quiete del meriggio bollente
Assolato sa di solitudine
Di calma intima
Ronzio desertico
Brusio di terra cotta cocente
Camminando a piedi sbalzi
Eviti ferraglie
Meriti germogli
Dalla pianta dei piedi scalzi
Là dove la palma si fa spessa
S’infittisce e non ne fa mistero
Il tallone diventa nero
Preserva il tronco
Dalle punte acuminate
Rampica dal polpaccio
Su fino all’avambraccio
Conserva lembi di pelle molle
Monito di vescica
Bolla della salita
(Continua...)
[Stefano Decandia]
mercoledì 12 luglio 2017
Ultracorpi Rosa (Lapsus calami digitali)
Ci scriviamo un po’
Mi parli di te
Io ti ascolto umbè
Tu ti senti vera
Dalla tarda sera
Fino alla mattina
Digiti veloce
Leggo la tua voce
Colgo sfumature
Nella tua scrittura
So che sei felice
Dalla punteggiatura
Ci tradisce l’uso di quei sostantivi
Che ci incollano l’un l’altro
Come gli adesivi
Ci scriviamo un po’
Ti parlo di me
Ti racconto che
Ho sofferto tanto
Tu vorresti essere qui per coccolarmi
Nel mentre che prometti di non lasciarmi
Ci intendiamo al volo
Ci diciamo tutto
Quest’amore senza corpi è paradiso in terra
Ci scriviamo d’odori che non sentiamo
E d’abbracci così stretti che non respiriamo
Amo lapsus calami digitali
Immagino il tuo corpo rosa
In tinta coi maiali
Nelle prime foto
Si intravede il seno
È tachicardia
Qui si fa sul serio
Poi vedo le ossa
Che si fanno largo
Fra la pelle e il lardo
Elastici tesi
Come tesi stanno diventando anche i messaggi
I corpi cavernosi
I punti più pericolosi
Ci scriviamo un po’
Che la carne freme
Con le mani che hanno fame di toccarsi
Quando ci vediamo?
Petizione che diventa un’ossessione
Col sospetto della prestazione
Ci incontriamo oggi
Non credo ai miei occhi
Il tuo corpo esiste
Esige che lo tocchi
Finalmente libero
Ogni bacio, strano
Sulle tue labbra soffici
Come il divano
Io non vendo l’ora
Io mi dono tutto
Tu ti lanci come un vortice che mi stordisce
Pagheremo cara questa furia
Mentre brucia l’ultima eccedenza
Dell’amor che ci finisce
Amo lapsus calami digitali
Desidero il tuo corpo rosa
In tinta coi maiali
Quelle prime volte
Sono state arcobaleno
Ma la fenditura
Lascia entrare anche il veleno
Tutte quelle ossa
Che si fanno largo
Fra la pelle e il lardo
Elastici tesi
Come tesi stanno diventando pure i baci
I nervi
Le incomprensioni figlie dei nostri diverbi
L’unico antidoto che resta in piedi
È quello di avvinghiarsi
Ma le unghie vanno a fondo per ferirsi
Schiene come mappe senza traiettoria
Due popoli su un territorio
Senza più una storia
Amo lapsus calami digitali
Non restano che corpi rosa
In tinta coi maiali
Amo lapsus calami digitali
Siamo soltanto corpi rosa
In tinta coi maiali
Amo lapsus calami digitali
(Continua...)
[Stefano Decandia]
Mi parli di te
Io ti ascolto umbè
Tu ti senti vera
Dalla tarda sera
Fino alla mattina
Digiti veloce
Leggo la tua voce
Colgo sfumature
Nella tua scrittura
So che sei felice
Dalla punteggiatura
Ci tradisce l’uso di quei sostantivi
Che ci incollano l’un l’altro
Come gli adesivi
Ci scriviamo un po’
Ti parlo di me
Ti racconto che
Ho sofferto tanto
Tu vorresti essere qui per coccolarmi
Nel mentre che prometti di non lasciarmi
Ci intendiamo al volo
Ci diciamo tutto
Quest’amore senza corpi è paradiso in terra
Ci scriviamo d’odori che non sentiamo
E d’abbracci così stretti che non respiriamo
Amo lapsus calami digitali
Immagino il tuo corpo rosa
In tinta coi maiali
Nelle prime foto
Si intravede il seno
È tachicardia
Qui si fa sul serio
Poi vedo le ossa
Che si fanno largo
Fra la pelle e il lardo
Elastici tesi
Come tesi stanno diventando anche i messaggi
I corpi cavernosi
I punti più pericolosi
Ci scriviamo un po’
Che la carne freme
Con le mani che hanno fame di toccarsi
Quando ci vediamo?
Petizione che diventa un’ossessione
Col sospetto della prestazione
Ci incontriamo oggi
Non credo ai miei occhi
Il tuo corpo esiste
Esige che lo tocchi
Finalmente libero
Ogni bacio, strano
Sulle tue labbra soffici
Come il divano
Io non vendo l’ora
Io mi dono tutto
Tu ti lanci come un vortice che mi stordisce
Pagheremo cara questa furia
Mentre brucia l’ultima eccedenza
Dell’amor che ci finisce
Amo lapsus calami digitali
Desidero il tuo corpo rosa
In tinta coi maiali
Quelle prime volte
Sono state arcobaleno
Ma la fenditura
Lascia entrare anche il veleno
Tutte quelle ossa
Che si fanno largo
Fra la pelle e il lardo
Elastici tesi
Come tesi stanno diventando pure i baci
I nervi
Le incomprensioni figlie dei nostri diverbi
L’unico antidoto che resta in piedi
È quello di avvinghiarsi
Ma le unghie vanno a fondo per ferirsi
Schiene come mappe senza traiettoria
Due popoli su un territorio
Senza più una storia
Amo lapsus calami digitali
Non restano che corpi rosa
In tinta coi maiali
Amo lapsus calami digitali
Siamo soltanto corpi rosa
In tinta coi maiali
Amo lapsus calami digitali
(Continua...)
[Stefano Decandia]
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