mercoledì 11 febbraio 2015

L’orologio dà polso

Schiavo del tempo con l’orologio al polso come catena al collo, come sciarpa d’acciaio: mal di gola e ruggine. Contagocce? Fuggine. La clessidra? Sfuggile!

L’anno che verrà sarà il prossimo, l’anno passato l’hanno passato alle armi. Non arrestarmi, fammi arrivare al punto del discorso, lo so che il punto appena inizio è sempre più lontano: è lui che si sposta ed io, gesticolando, lo mimo con la mano.

Ancora guanti gialli, ora per lavare i piatti, come i Dj dimenticati. È una vendetta positiva perché il mondo è neutro e coi colori riempio spazi di un dipinto rétro.

È una puntuale dimensione piena di muffe e segatura, al passo con la mia natura.
Sarà cultura avere i dischi agli scaffali ma anche far fuoco col cannello sui maiali.

Avrò a che fare con questioni oltre la mia statura ma non ho sonno e non ho paura.

Non mi ricordo più se ho sonno e se ho pensato d’aver paura o se stressato ho ripensato al fatto che dovrei dormire perché ho sonno ed ho paura di non esser riposato. L’ho sognato o non ho mangiato?

(Continua…)

[Stefano Decandia]


La persistenza della memoria > Salvador Dalí

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