Parlo col corpo per parlar con te, il tuo corpo parla e io lo ascolto... con aria sognante e prendo appunti sul mio corpo, e la definizione è devastante. Parliamo di quello che fu, di quello che subì, di quello che vorrà patire. Parliamo di quello che non tornerà più, d’altronde patire è l’anticamera del morire. Parliamone una buona volta, che sia la volta buona, in seguito non ne parliamo più. Ma il seguito è un copione che si ripete come costrizione e chiede amore e corpo e ancora... a fare le ore piccole, sul filo di un telefono, su un divanetto rotto, oppure dietro un albero.
Metonimia del nome per il corpo, ché più si dona e più sei meno mia e più sei meno mia e più ti amo e più son meno tuo e più ci amiamo.
Ti amo. Se tu sei meno mia. Menomia.
(Continua...)
[Stefano Decandia]
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