Baciami senza rete
Baci con le manette
Guardami in faccia
O nella schiena
Spegni lo schermo
Lascia la cena
Ti dirò… vedo nero
Rivedo in te veleno
Rido mentre avveleno
Stingo l’arcobaleno
Mi sveglio sbadato alle quattro del mattino
Mi sveglio sfasato coi biscotti del mulino nero
Danzo come cigno nero
Pieno come cimitero
Triste come mietitore
Matto come malincuore
Male come ma l’umore?
Arte come artefatto
Epidermico mi gratto
Gatto ingrato mal tigrato
Ma ti senti cosa dici?
Ma ti senti male?
Ma ti senti in grado?
Ma ti sei visto bene?
Ma ti sei visto mai?
Ma chi sei?
Mi domando mentre specchio al lago
Mentre infilo l’ago
Mentre preso all’amo
Mentre penso vago
Vago mentre penso
Mente in sovrappeso
Corpo senza peso
Mi sveglio sbavato alle quattro del mattino
Mi sono sfogato con tre anfore di vino nero
Danzo come cigno nero
Pieno come cimitero
Triste come mietitore
Matto come malincuore
Male come malamore
Arte come artefatto
Epidermico mi gratto
Gatto ingrato mal tigrato
In piedi alle quattro
Mi sveglio spaesato
(Continua...)
[Stefano Decandia]
martedì 13 dicembre 2016
sabato 12 novembre 2016
Odissea nel Linguaggio
Come disse Ulisse
Una volta a casa
« Siamo isole su un’isola »
Itaca
Cento facce
Cento venti
Cento volte ventotto giorni
“Quando torni?
Non sei stato mai a guardarmi
Tu non c’eri mai e i ritardi
Chi proteggi?
Chi ti salva?”
Morto il padre morta lingua-larva
Era tardi
Eravamo come amanti di-amanti
Ben tagliati ma così distanti
Imbavagliati al buio
Genitori all’oscuro
Piangendo i santi
E noi smarriti nel futuro
Copiando i grandi
Reclamo origini animali
Rinnego i sani
Confesso tutti i mali e le anomalie
Curatemi le mani non le malattie
Rivendico gli albori, i natali, gli alberi, i simili
Come disse Ulisse
« Isole su un’isola »
Proprio come Ulisse
Esule sull’isola
Come disse Ulisse
Listen…
Proprio come Ulisse
Listen...
Listen to you...
Disse Penelope
Al cospetto d’Ulisse
– Alcol sospetto –
« Aspetta che finisca questa tela »
Talamo d’ulivo
Modulo livore
“Mi rivuole cento volte condannata a morte
Maledici le radici
Non mi piace il mare
Me le dici le amicizie e Le Raccoglitrici?”
Ferisce l’onda
La vela gonfia
La mela amara
La discordia
La vita avara
Reclamo origini animali
Rinnego i sani
Confesso tutti i mali e le anomalie
Trattengo fra le mani le malinconie
Rivendico gli albori, i natali, gli alberi, i simili
Come disse Ulisse
« Isole su un’isola »
Proprio come Ulisse
Esule sull’isola
Come disse Ulisse
Listen...
Proprio come Ulisse
Listen...
Listen to you...
[Stefano Decandia
Una volta a casa
« Siamo isole su un’isola »
Itaca
Cento facce
Cento venti
Cento volte ventotto giorni
“Quando torni?
Non sei stato mai a guardarmi
Tu non c’eri mai e i ritardi
Chi proteggi?
Chi ti salva?”
Morto il padre morta lingua-larva
Era tardi
Eravamo come amanti di-amanti
Ben tagliati ma così distanti
Imbavagliati al buio
Genitori all’oscuro
Piangendo i santi
E noi smarriti nel futuro
Copiando i grandi
Reclamo origini animali
Rinnego i sani
Confesso tutti i mali e le anomalie
Curatemi le mani non le malattie
Rivendico gli albori, i natali, gli alberi, i simili
Come disse Ulisse
« Isole su un’isola »
Proprio come Ulisse
Esule sull’isola
Come disse Ulisse
Listen…
Proprio come Ulisse
Listen...
Listen to you...
Disse Penelope
Al cospetto d’Ulisse
– Alcol sospetto –
« Aspetta che finisca questa tela »
Talamo d’ulivo
Modulo livore
“Mi rivuole cento volte condannata a morte
Maledici le radici
Non mi piace il mare
Me le dici le amicizie e Le Raccoglitrici?”
Ferisce l’onda
La vela gonfia
La mela amara
La discordia
La vita avara
Reclamo origini animali
Rinnego i sani
Confesso tutti i mali e le anomalie
Trattengo fra le mani le malinconie
Rivendico gli albori, i natali, gli alberi, i simili
Come disse Ulisse
« Isole su un’isola »
Proprio come Ulisse
Esule sull’isola
Come disse Ulisse
Listen...
Proprio come Ulisse
Listen...
Listen to you...
[Stefano Decandia
mercoledì 5 ottobre 2016
Meteo-riti
Se stanotte cade un meteorite
Dite voi dove lo preferite
Sulla casa del vicino o sulla schiena?
Se colpisce la sua autovettura
O trafigge la sua barca a vela
Piangerà la sua famiglia
Tutto è di sua proprietà
Ha una figlia che si barcamena
Post-menarca, post-apocalisse
Ed un figlio che si fa la cera
Meditando con Kundera
Manicandela chin sa cullera
Della collera col manicomio
Sella, collare: eco-matrimonio
Moglie-colla fino a tarda sera
Meteoriti: vorrei il più grande che c’è
Ci porterà all’estinzione
Ci stringeremo tra umani
Meteo-riti: mettono in scena il diluvio
Danza fra corpi viventi ed inanimati
Me, te o riti?
Ci stringeremo le mani
(Continua…)
[Stefano Decandia]
lunedì 1 agosto 2016
Ricerca illusoria
Ti scrutavo e mi cercavi
Un’altra porta scura
Fra i vicoli tra i colli
Colle borse
Scorgevo i sanpietrini
Il lastricato, i citofoni
Cercavo le mie chiavi
Il numero d’interno
Le scale d’una volta
D’alabastro venato verde
L’ascensore con la gabbia
Ambivo e non sapevo del mio appartamento
Speravo d’incontrarci sotto casa, sul portone
Assi verticali brune con cerniere arrugginite
Salivamo a piedi, discutendo
Tu sulle tue gambe
Io a disagio sciancato
Ti prendevo una valigia passeggiando sulle uova
Tu tiravi vigorosamente l’altra
Mi parlavi di un tuo vecchio amante
« Andiamolo a trovare,
sta al piano di sotto,
potrei trattenermi lì.” »
– Non l’ho più visto,
non lo sento da anni. –
Un’altra porta scura
I nomi sopra il campanello
I numeri degli internati
Provo diverse chiavi
Finché non siamo nell’andito
Vociare femminile
Le altre non ci raggiungono
Siamo dentro la camera
Scelta di brande e pareti armadi
Ante aperte: cappotti, soprabiti
Possibile che nessuna ci guardi?
Montiamo i letti
Smontiamo i bagagli
Irrompono le amazzoni
Ci parlano a carambola
Non sgombrano gli spazi
Le apostrofi con: “Figlie dei Fiori”
Non colgono i profumi
Ci lasciano soli
Tu immobile su un dondolo di finto legno
Io impaurito, colto, con le mani nelle sacche
(Continua…)
[Stefano Decandia]
lunedì 4 luglio 2016
Diserzione della tavola
C’è bisogno dell’invito
Della convocazione
Ci hanno detto: Devi alzare la mano
– Non parlare con la bocca piena
A pasto si sta insieme –
Diserzione della tavola
Non puoi prender la parola
Devi avere la parola
– Non lo vedi che non ho finito?
Non interrompermi –
Perplessità
Esprimi mentre mastichi
– Piano
Con le mani, qui, non mangiamo –
Il tuo corpo è casa tua ma comando io
– A pasto si sta insieme
S’incollano legami
« Stamani… »
– Non si parla con la bocca piena!
Stasera
Ancora tutti insieme per la cena
– A pasto si sta insieme
S’incollano legami
Morale della favola
Abbandono della tavola
(Continua…)
[Stefano Decandia]
venerdì 24 giugno 2016
Affermi d’amarmi
Affermi d’amarmi
Poi premi per non parlarmi
Comprimi la terra sotto il tappeto
È pioggia di polvere dal soffitto
Affermi d’amarmi
Poi fai di tutto per non guardarmi
Occhiali da sole, bende, visiera schiacciata in testa
Fingi di offrirmi le terga
Pur di voltarti alla finestra
Affermi d’amarmi
Dimentichi d'amare il mio corpo
Ti offri di leccarmi
Distratta diffami le mie carni
Affermi d’amarmi
Poi non dài riguardo al mio corpo
La danza del morto
L’unico rimedio per salvarmi
Una mattina mi son svegliato
Oh bella ciao, bella ciao, bella ciao
Una mattina mi son svegliato
Scordandomi d’amare il tuo corpo
(Continua…)
[Stefano Decandia]
mercoledì 8 giugno 2016
Nelle parole non c’è nulla
Scopro, a mie spese
Allestendo il centro
Farò della mia solitudine
Che nelle parole non c’è nulla
Scopro, cielo impietoso
Che ogni vuoto è balsamo
Godo di un’orticaria
Che scrive ma non parla
Che scrive ma non parla
Stende segni sulla pelle
Snobba la carta
Dice tutto
Ma i suoi graffi rossi
Non producon senso
Per i miei lobi zotici
Non provano consenso
Una volta
Provai a districarmi
Tra rovi nuovi e corvi bianchi
E corsi, piansi
Ma non trovai la strada
Trovai la bottiglietta
Verde del Citrosil
E la calligrafia
Disgrazia d’epidermide
Bambagia rossa
Nemmeno un pachiderma
Con leva d’Archimede
Potrebbe sollevarmi
Dall’ultima scoperta:
Nelle parole non c’è nulla
Mala puntura brucia
Gonfia la bolla
Dà voce al corpo
Il click della mandibola
Click clack
Scandisce le pause
Ma nulla dice
Come le immagini della tac
L’attesa del referto
La fila per la prima fila del concerto
Nello stadio coperto
Mentre il teatro è deserto
Nelle parole non c’è nulla
Eppure frullano nel teschio
Per lungo tempo
Ricordo quella volta:
« Ricordati che siamo soli! »
Ma sono le parole a fare male
O avere rilevato che siam soli?
Averne colto il buco
Allestendo il centro
Mi sentii meno solo
Farò della mia solitudine
Quel luogo sacro
Dove ospitar estranei
(Continua…)
[Stefano Decandia]
Immagine: Nelle parole non c’è nulla @ inigammi
domenica 29 maggio 2016
Come sei bella
Come sei bella
Sei hai un lavoro e una carrozzella
Se tuo marito a fine settimana
Ci gioca più di un quarto d’ora
Ti senti fortunata
« Sì, perché lui mi aiuta »
L’ha detto pure la Saraceno
Tu molto bella
Lui poco scemo
Non è lui che partecipa
Sei tu che fai di meno
L’ha detto pure la Naldini
Quanto sei brava coi bambini
Quanto sian bravi i nuovi padri
Con i foulard a quadri
Portano a casa il pane
E le bambine a danza
Il grande a calcio – C’è portato
« Ma il piccolino a violino »
Portano a spasso il cane
E mai il maschietto a danza
Forse col magrolino
Ci hanno perso la speranza
(Continua…)
[Stefano Decandia]
mercoledì 18 maggio 2016
Sonno Vetro
«Le ferite guariranno»
Mi dicesti il primo giorno
«Con impacchi e devozioni
Si risveglian l’emozioni»
«Sono qui per te»
«Sono qui per te»
– Sono qui per terra
– Sono a terra
«Sono terra»
E finivo sottoterra
«Cicatrici spariranno
Tra i cunicoli del sonno»
Prendon vita adorazioni
Benedette polluzioni
«Sono qui con te»
– Sono qui contento
– Son contento
«Son con te»
E restavo senza Me
Restavo fuori di Me
Le lesioni del tuo amore
Non son mai superficiali
Eri tu così profonda
Come i solchi che hai tracciato
Con l’aratro sulla terra gli antenati
Incatenati col fucile ed il coltello imbracciato
E il cappello accartocciato
Non son poi con te
Non son poi contento
Sonnolento
Sogno te
Stando attento
Non son più quieto
Sono vetro
Sonno Vetro
Sogno vetro
Resto senza Me
Resto fuori di Me
(Continua…)
[Stefano Decandia]
venerdì 29 aprile 2016
Piovicchia
Ti ricorderai
Di me che urlavo a bassa voce
Dove vai?
Guardami negli occhi
Quando parlo
Tu non mi ascolti mai
Seduto non mi puoi vedere più
Non posso stare in piedi
Ho un ginocchio che mi scricchiola
Mi ricordo bene
Quel tuo sguardo
L’arrivo col sorriso
Poi la metamorfosi del viso
Lasci la maschera all’ingresso
Il trucco sgocciola
Come gli ombrelli se pioviggina
Scende la pioggia
Cade la chiave
Su cosa tutto poggia?
Sfugge al rifugio
Mette la faccia
Chi nel discorso
Chi sulla gruccia
Piovicchia
Da anni
Sui nostri malanni
Scende la pioggia
Cade la nave
Succosa, tutto poggia
Sfugge al quesito
Smette la faccia
Chi nel discorso
Chi sulla guancia
Piovicchia
Da anni
Sui nostri malanni
(Continua…)
[Stefano Decandia]
sabato 5 marzo 2016
Come stimoli commestibili
Mettiamo giù i pugnali
Non siamo più stranieri
Ci siamo dati in dono
Ci siamo presi al volo
In quest’innesto
Ci riconosciamo simili
Scambiando sguardi
Come stimoli commestibili
Tu m’hai portato il fuoco
Lo custodisco
Tu custodisci il mio
E lo alimenti
Quando sta morendo
Faccio altrettanto
Con il fiato
Non coi combustibili
Scambiando voci
Come stimoli commestibili
Mettiamo giù i coltelli e le catene
Siamo declinazioni della stessa specie
Intelligenze che hanno superato il razionale
Affezione intuizione
Approssimazione al fuoco
(Continua…)
[Stefano Decandia]
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