Se sono fortunato passerà a trovarmi
portando dentro il becco pezzettini di pane
steli lunghi a intrecciare nidi
Sento lo sbatter d’ali
come lo sfarfallio
di chi cerca l’oblio
Qui troverà riparo
e si vedrà attizzare
quel focolare interno
che già da troppo tempo
era un composto inverno
Se sono fortunato passerà
anche se un po’ in ritardo
ritardo che fingerà
per incrociar lo sguardo
Allora sentirò le ciglia
morbide di ciniglia
sopra la diaccia guancia
Lì troverò riparo
e si vedrà passare
tramite le mie palme
dai suoi polmoni ai miei
l’etere che ci desta
È il dover-esser pronto
Ché passerà a trovarmi
Se sono fortunato
(Continua...)
[Stefano Decandia]
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