domenica 16 dicembre 2018
Stanchi a morte
Non abbiamo mai visto un film insieme
né mai siamo stati al cinema
Edward mani di forbice stretti nelle poltrone
Mai abbiamo ascoltato un disco tutto intero
un disco in vinile un Disco Vero
Con 24 mila baci a 45 giri
romanticismo da Ponte dei Sospiri
Né mai siamo stati ad un concerto o a teatro
sulle note di Satie o di Battiato
o per il Don Giovanni o Pirandello
chissà come sarebbe stato bello
Rare volte – troppo rare
abbiamo camminato in mezzo alla natura
la malva, il cardo e la calura
Poche volte – troppo poche
abbiamo passeggiato in città
negozi chiusi e auto a nanna nei garage
Delle volte siamo stati insieme al mare
acqua bassa, pelle calda
eppure lì a tremare
Altre volte – ma sempre troppo poche
abbiam dormito insieme
Sonno: crolliamo sul divano stanchi a morte
o sopra il letto con lenzuola corte
E seppur tante – non saranno mai abbastanza
le numerose volte in cui le nostre essenze
nel misterioso incontro
han fatto L’Amore
sabato 8 dicembre 2018
Quando non mi ascolto mi sento male
chiamavo la mamma:
– Mamma, corri da me
– Stefano, che c’è?
– Mamma, mi sento male
Poi le tue labbra sulla mia fronte
Mamma
E le tue mani sulla mia pancia
– Mamma già mi sento meglio
– Mamma ti vuole bene
– Mamma già mi sento meglio
Mamma ti voglio bene
Mamma già mi sento meglio
– Figlio mi’ ti voglio bene
La notte mica si sta in giro
La notte è fatta per sognare
Resto intrecciato alla mia donna
e sono suo come una foglia
La notte è fatta per amare
Insieme siamo corbula
Fili d’erba Lupi in libertà
Stanotte non riesco a dormire
qualcosa mi punzecchia il cuore
Sento il richiamo originale
tramite il foro ombelicale
Qualcosa mi risuona male
Adesso mamma chiama me:
– Vieni Ste’
– Mamma, che c’è?
– Stefano, mi sento male
resta vicino a me
Stefano, mi sento male
– Mamma, son qui con te
– Stefano, mi sento male
– Mamma, son qui per te
Tutti ci sentiamo male
Pure se gridiamo forte
Specie se ci urliamo contro
Quando ci finisce il mondo
Quando non mi ascolto mi sento male
Allora ascoltami o ti sento male
[Stefano Decandia]
venerdì 30 novembre 2018
Come pesci in un acquario
che a distinguerlo dalla realtà
sono emozioni che ci tagliano a metà
L’amore è debito e dovrò pagare
ogni promessa un giorno da scontare
in galera o in ospedale
L’amore è il luogo dove ci si fa più male
si cresce, ci si strappa e ci si ricucisce
L’amore ci ferisce, non può farne a meno
L’amore è l’occasione che ripassa in treno
L'amore vero è nero
L’amore è stereo
un passo per uno e ci incrociamo
come pesci in un acquario
d’amore pieno
d’amore nero
L’amore è fortuna
che riempie il cielo
L’amore non finisce, si sposta
L’amore non muore
Il cuore ha buona mira ma la testa gira
S’infama l'anima
S’infiamma il consulente tributario
per chi ama in relazione alle fasi lunari
Interrogando il firmamento e il calendario
ricevetti come risposta: il nulla
Per questo amo a modo mio
così m'accorgo se funziono
Da quando sto nascosto
anche Dio si sente solo
Tutti siam legati per inclinazione o per passione
Tutti siam legati per forza o per ragione
voi da un'equazione, noi da una canzone
L'amore vero è nero
L’amore è stereo
un passo per uno e ci incrociamo
come pesci in un acquario
[Stefano Decandia]
domenica 25 novembre 2018
Bocca di Rosa Donna Libera
degli schiavisti della tratta
Bocca di Rosa non è costretta a prostituirsi
attraverso l’utilizzo criminale delle minacce e delle violenze
Bocca di Rosa non è costretta a sottoporsi allo stupro sistematico con i clienti
Bocca di Rosa non è costretta a subire l’addestramento alla pratica
inflitto attraverso lo stupro preparatorio e sistematico degli aguzzini
Bocca di Rosa è una Donna Libera
Bocca di Rosa vive liberamente l’Amore
la sessualità e il proprio corpo
La violenza maggiormente diffusa
inflitta a tutte le donne
è proprio la mancanza delle libertà più elementari
Tale violenza incide direttamente sulla vita di tutte le donne
e – indirettamente – sulla vita di tutti gli uomini maturi e responsabili
Tale violenza costituisce il basamento
per tutte le altre forme di discriminazione, prevaricazione e violenza
inflitte alle bambine, alle ragazze e alle donne
di tutto il mondo
in quanto femmine
Tale basamento sorregge, autorizza e giustifica
la cultura e la pratica della discriminazione
della prevaricazione e della violenza
inflitta alle bambine, alle ragazze e alle donne
di tutto il mondo
in quanto femmine
Libere Tutte Subito!
Liberi Tutti!
[Stefano Decandia]
venerdì 12 ottobre 2018
Domani posso alzarmi tardi
Domani posso alzarmi tardi
e fare colazione a letto
Le briciole sul libro di poesia
In parte brillo ma dal giorno prima
Le mani appiccicose in tasca
di tasche in pelle e pelle senza tasche
Girare per la casa nudi
indossando solo guanti gialli
Mi dài una mano?
Faccio i piatti!
Ho cucinato tutto il giorno
sperando in una storia porno
dalla camera fino al soggiorno
La stanza preferita è il bagno
La mossa preferita il bacio
e più è bagnato e più ci piace
pericoloso si può scivolare
Stasera vado a letto presto
Mi coccolo nel materasso
Attendo che mi prenda il sonno
sperando in incubi reali
Ho lavorato tutto il giorno
La testa sembra un alveare
A zero:zero parte l’astronave
Mando messaggi sulla Luna
Con una mela a mano in mano
Inganno gli alieni e la fame
Sul comodino non può mancare
Il Dizionario di Servizio Sociale
[Testo e foto: Stefano Decandia]
sabato 6 ottobre 2018
Un giorno troverai qualcuno
Per Lui lo troverai quel Tempo
Allora capirai nel tempo
tutta la grandezza del Sentimento
Apri il ventaglio delle emozioni
Le sentirai nel vento le mie frustrazioni
e quelle incongruenze che ti attribuivo
per i cortocircuiti che percepivo
Un giorno perderai qualcuno
Per cui ti perderai nel tempo
Forse tradurrai le mie reazioni
in piccole richieste di attenzioni
Forse penserai che sono stato
rigido quanto eccessivo
o forse penso io d’esserlo stato
ed è per tanto che te lo scrivo
Un giorno troverò qualcuna
a cui dedicherò il mio Tempo
Allora capirò col tempo
Tutta la potenza del Sentimento
Apro il ventaglio delle emozioni
Le sentirò nel ventre le mie sensazioni
e quelle incongruenze che mi attribuivo
saranno solo un incubo regressivo
Un giorno perderò qualcuna
Per cui mi perderò nel tempo
e tradirò parole con le mie azioni
fra piccoli silenzi e disattenzioni
Forse penserai che sono stato
orgogliosamente eccessivo
o forse penso io d’esserlo stato
ed è per questo che te lo scrivo
[Stefano Decandia]
martedì 3 luglio 2018
Violenza maschile (tratto da una storia vera)
Al mattino son scappato per non toccarti
Sono stato in giro ad ubriacarmi
per non pensarci
per anestetizzarmi
In questo vuoto di furia
e di vigliaccheria
mi son scontrato con le forze della Polizia
« Se ne vada a casa, fate pace, torni da sua moglie »
Con il diavolo che ho in corpo
mi rimandi da mia moglie?!
Questa notte potrei fare una pazzia
perché per lei non provo amore
io per lei provo possesso
Torno a casa
come sempre tutto tace
il terrore ha funzionato
tu sei lì, stai al tuo posto
e mi accogli come se io dovessi perdonarti
e mi infurio ancora peggio
prendo fuoco al volo
I tuoi occhi fra l’amore e la paura
io l’amore nel tuo sguardo non lo vedo
pure io mi sento in gabbia e vorrei liberarmi
ma il programma si ripete
e ho paura di esaltarmi
e di perdere il controllo un’altra volta
di chiamare l’ambulanza un’altra volta
di finire in ospedale un’altra volta
ma in barella ci sei tu
« Ho sbattuto sulla porta… »
Questa notte potrei fare una pazzia
perché per te non provo amore
ma soltanto gelosia
Ma è possibile che non ci sia un’alternativa?
– mi chiedo –
Cosa provo veramente io per te?
Questa volta ti diserto educazione maschile
Corro nudo nel bosco
Sento il corpo vivere
Faccio pace con le vipere
Mi sgancio dall’orda
In contatto con la mia essenza più profonda
Cado nell’abisso
dove vago disorientato
ma prometto all’uomo-lupo
che sarà addomesticato
– Che cosa vuol dire “addomesticare”?
– È una cosa da molto dimenticata. Vuol dire “creare dei legami” [*]
Questa notte potrei fare una pazzia
perché per te non provo amore
io per te non provo amore
Questa volta scelgo un’alternativa
Cosa provo io per te?
Provo ad andarmene
[Stefano Decandia]
[*] Antoine de Saint-Exupéry, Il Piccolo Principe
mercoledì 20 giugno 2018
Tarassaco Soffione Dente di leone
Sei così bello
Mi ricordi l’amore
Passo il tempo ad osservarti
Ti lasci contemplare
La mia brama di soffiare
Quel bacio-soffio d’amore
Ti farà sfiorire
Allora mi contengo
Continuo ad ammirarti
E temporeggio tempo permettendo
La voglia di soffiare
Che ti farà sfiorire
Una volta soffiato
Di te non resterà
Che gambo stelo scheletro
La struttura portante
È chiaro: io amo proprio lei
Lo scheletro, le ossa
E non il suo piumaggio
Che adoro vedere cadere leggero
Svanire col tempo, col vento
Anche senza il mio soffio
Che cosa resterà?
Di cosa abbiam paura?
Di fare graffi sopra l’armatura
Adoro vederti volare leggera
Svanire col tempo, col vento
Anche senza il mio fiato
Che cosa resterà?
Di cosa abbiam paura?
Di fare graffi sopra l’armatura
Tarassaco Soffione Dente di leone
Sei così bello
Mi ricordi l’amore
Spremuta di limone
e una fetta di melone
vi trovo spesso
nei pressi dell’amore
Due buste una stagnola
e un po’ di metadone
mi perdo spesso
depresso nell’amore
Tarassaco Soffione Dente di leone
Sei così bello
Mi ricordi l’amore
[Stefano Decandia]
domenica 17 giugno 2018
La morte dell’ippocampo
se resto chiuso
senza parole
Accogli – intorno al tavolo tondo
posti di fronte l’altro –
il mio sguardo di sbieco
col velo lustro del tuo
Ospita la mia mano lenta
nella tua stretta forte
– nell’altra – avanzi di coperta
la colazione è calda
Mi troverai scomparso, sfigurato
come mai in tanti anni son stato
ma non permettermi sgarbo
astio, rancore
mi faresti precisamente del male
Non premiare ciò che voglio raschiare
ciò che sto lasciando
– a fatica – per ricominciare
Non farmi da madre
mamma-pesce-martello
che incrina la mia spina dorsale
Non proteggere ciò che voglio abbandonare
l’orgoglio a cui rinuncio
privilegio ereditario maschile
ordine nobiliare
Non accudire in me
quel senso di possesso
che soffoca il tuo librare
Parlami, invece, d’amore
lingua di gentilezza
d’amore universale
Non farmi ombra di sottana
non esser santa né puttana
sii solo donna tale
smessa la maschera di carnevale
Sì, ti mancherò, lo so
ti mancheranno le trovate
le bizzarrie azzardate
adatte a te
l’ora nella capanna
la scuola di ballo
il record mondiale di bacio
gli stecchini che trafiggono l’albero di Natale
Faremo ancora finta
di non svegliarci col pensiero
per non sentirci affini
sommersi da quell’onda
fascio di cimitero
che investe i capillari
e i figli clandestini
nel limbo degli amari
amori calamari
anelli fritti negli anulari
Mi troverai scomparso, sfigurato
come mai in tanti anni son stato
Comprendimi quando son triste
se resto chiuso
senza parole
Capiscilo che sono triste
Se resto chiuso
nell’ascensore
[Stefano Decandia]
sabato 16 giugno 2018
Ho perso
ventricolo sinistro
adiacente al polmone ferito
che tanto abbiamo cantato
Ho perso la gioia, il futuro sognato
Ho perso quei pianti
che sgorgavano ogni giorno
per l’incredulità d’esserci ritrovati:
Anime Gemelle
Ho perso le dita
Ho perso un braccio
e nessuno mi comprende
nessuno mi abbraccia:
«Fattene una ragione» dicono
«Cercatene un’altra»
come se le persone fossero sostituibili
come se fossi tu una persona qualsiasi
una vicina di casa a cui chiedere il sale
Ho perso l’ordine del giorno
Ho perso l’alba, la colazione da vassoio
la capriola fuori dal letto
Ho perso il grido
che ho cercato
con furore nella danza
Ho perso il mandorlo
Ho perso la speranza
Ho calpestato tutto
delicatamente scalzo
in punta di piedi
educatamente m’alzo
Mi sono punto i piedi
su quel tappeto d’aghi
Ho rinunciato a tutto
Ho messo via l’orgoglio
ma tutto ciò che voglio, ho perso
Perché sono sbagliato
perché rovino tutto
perché non vado bene
perché non sono giusto
perché non sono mai abbastanza
perché non piaccio ai tuoi
perché non seguo il filo
perché non vado dritto
perché comunque resto
l’essenza che detesti
Perché noi siamo uguali
e non puoi sopportarlo
perché se son bizzarro
tu lo sei tanto quanto
ma vuoi seguire il filo
vuoi camminare dritta
perché vuoi andare bene
a costo d’eclissare
l’essenza che detesti
l’essenza che Tu sei
[Stefano Decandia]
venerdì 15 giugno 2018
Romanzo Terminale
postura decisa
distanza sicura
schiena incollata alla spalliera
legata alla cintura
Poi mi stringi la mano
talmente forte
diventi tenaglia
tenace foglia
anulari intrecciati
sangue dagli anelli
tremito che m’attanaglia
le tue dita serpeggiano fra le mie
Sento i polsi fragili
slegati, fan l’amore
anche le cartilagini
Non piangere
il canale è secco
e quella ruggine nel tubicino
macchia le lacrime
si fanno scure
tagliano in quattro il cuore
ormai tronco di legno
per ogni venatura una sutura
rimpianto di vita futura
Sulla bocca le labbra separate
e su di ognuna una smorfia
e tra esse un naviglio
naviga la lingua
a crear scompiglio
Noi non dovremmo parlare
perché nulla è rimasto da dire
nulla è importante ridire
nessuna parola potrebbe tanto
tendere al vero, al canto
nessuna frase ardirebbe
giunge in ritardo
romanzo terminale
destino bastardo
Guance di marmo addiaccio
m’armo del miglior coraggio
è un lampo delicato
crampo per bacio mancato
morsico la mia lingua
per non sentir la tua
che indugia nell’assaggio
temo la tentazione
più che l’assenza al tatto
[Stefano Decandia]
mercoledì 13 giugno 2018
Anche l’indifferenza
anche l’indifferenza
Cane in catene
chiamato alla gamba
Borchie che bucano il collo
Fischio inaudito
terribile tonfo
di doni nel vuoto
Parole cortesemente feroci
eclissano ogni gentilezza
– Mai confondere la cortesia con la gentilezza
il disastro sarebbe (quasi) irreversibile –
Se mi cerchi
trovi le mie braccia
a disegnar semicerchi
nell’aria
Se mi cerchi
mi trovi
perché chi cerca
al meno, prova
e chi prova: riesce
riesce comunque in qualcosa
Chi lascia: lascia
sacrifica, rinuncia: esce
Conoscerai tutto di me
anche l’indifferenza
certo, un’indifferenza moderata
da buon vicino
tale da chiedere il sale
ma non di domenica
ché i negozi sono aperti
Di notte
quando non si cucina
e i più piccoli già dormono
cullati nel brusio
che vien dalla cucina
Conoscerai tutto di me
anche l’indifferenza
lascerai le mia braccia-ali
la sincerità pietosa
il canale aperto
Troverai nell’indifferenza
uno slancio fresco
finalmente campo
un mercato franco
Danzerò casuale
e lo farò da solo
come non si potrebbe altrimenti
d’altronde, ognuno
non può che ballare il proprio corpo
Conoscerai tutto di me
dall’indifferenza alla danza
e ancora saprai
talmente poco di me
che vorrai conoscere tutto
di me
anche l’indifferenza
[Stefano Decandia]
Non voglio vivere nella speranza
perché la speranza è la linea
di chi non agisce
la speranza è per gli irresponsabili
per gli inconsapevoli
per gli immaturi
Perché il destino si può cambiare
ma non si può cambiare il destino
Non voglio vivere nella speranza
perché la speranza è linea piatta
di chi ha preso commiato dalla vita
di chi, sprezzante, trattiene il macigno
non guarda oltre l’albero
ammira il cielo dalle pozzanghere
Perché il destino si può cambiare
ma non si può cambiare il destino
Non devo vivere nella speranza
Perché il destino si può cambiare
anche se non si può cambiare il destino
[Stefano Decandia]
martedì 12 giugno 2018
Ingenuo sognare
Ci sarà un giorno in cui
mi sentirò stupido
a interpellar la luna
con te nel cuore
come mi sentii stupido
ad accogliere in bocca
il sapore dell’ancia di legno
Quel giorno troverò patetici
la capriola dal letto
i petali secchi sul pavimento
mi sembrerà ingenuo sognare
sentirti così vicina
Quel giorno dirò addio all’incanto
forse pensando
d’esser cresciuto
abbandonerò la vita
confinerò il fanciullo
sarà il mio ultimo giorno
da uomo libero
Eppure ti saluterei
prima della partenza
forse sperando
che l’emozione non si spenga
Quel giorno troverò patetici
il giradischi per colazione
l’albero di cartone
mi sembrerà ingenuo sognare
sentirti così vicina
Quel giorno dirò addio alla danza
e alla cucina
al volteggiare nudo
al pasto dei colori
forse pensando
d’esser cresciuto
e che in fondo tu
mi sia stata d’aiuto
Quando arriverà quel giorno
spero di non esser lì
o di non esser più
perché troppo forte sarà il dolore
scuro il male, coprente
cielo trasparente sul mare
[Stefano Decandia]
lunedì 11 giugno 2018
Hai avuto tutto il giorno per cercami
ma nell’ora della quiete
ciò che prima lacerava: tace
La mancanza diventa sopore
il tuo volto svanisce
lo vedo sfocare
L’organismo rallenta
Gli angoli della bocca – puntano
ognuno – al proprio occhio sovrastante
e mi sento sereno, sfinito
Per oggi ho finito
la cena leggera
i piatti puliti
ho chiuso la porta
e il gas
Depongo l’arco
ricopro la faretra
nessuna freccia – oggi
è stata scoccata
Copro il mio corpo nudo
cotone bianco sul petto
sprofondo fra i mandala di seta
dentro un sonno circolare
conto i colori girare
Irrompe nel sogno
la voce della radio accesa
prendi quel tono crudele
che muore la candela
dialogo sulla nostra contesa
Apro gli occhi per il cicalio
temo, prima d’allungar la mano
ma non riesco a farne a meno
allora mi faccio coraggio
e leggo...
Hai avuto tutto il giorno per cercami
e appari solo adesso
a disturbare il riposo pacato
solo per chiedere – in tutto il giorno
che cosa ho fatto
[Stefano Decandia]
domenica 10 giugno 2018
Il mio cuore grida Resistenza!
li spegne
Ciò che viene premiato e promosso – invece
si riproduce e continua
Spegne sogni e sognatori
che dovranno arrendersi e perire
oppure riciclarsi
diventare altro
altro da sé
diventare vincenti
aderire a modelli più premiati
Tutto ciò condanna la società stessa
ad essere una società senza sogni
la società del futuro
quella che lasciamo in eredità
ai nostri figli
dai quali pretendiamo che sognino
per ricostruirla
mentre gli spegniamo i sogni tutto intorno
e fulminiamo ogni lampadina
Il mio cuore grida Resistenza!
ma il cuore di un poeta
non è il corpo di un santo
e ho paura di crollare
d’arrendermi e perire
Con una mano reggiamo Rodari
mentre glielo leggiamo
con l’altra mano facciamo “no”:
Leggi Rodari
ma non sposare un Rodari
Leggi, ma non applicare
Comprendi, ma non agire
Sogna, ma non realizzare
Una società che non premia i sognatori
li spegne
li condanna ad arrendersi e perire
ma il mio cuore grida Resistenza!
[Stefano Decandia]
sabato 9 giugno 2018
Dopo di te
per attendere la tua buonanotte
e rispondere con la mia buonanotte
Mi risveglio prima di te
per mandarti il mio buongiorno
e attendere il tuo buongiorno
Vengo dopo di te
perché tu possa venire
prima che io possa finire
Non è una strategia
così ho sempre fatto
così spontaneamente faccio:
donarmi completamente a chi amo
donargli la mia presenza
autentica e immediata
Forse ti sei addormentata
aspettavo la tua buonanotte
ti lascio qui la mia
appesa all’arco
l’arco del guerriero
dell’arciere quale sono
Io stesso fabbrico le frecce
scegliendo i legni più dolci
impugno il corpo fibroso dell’arco
tendo la corda
e già son pronto per scoccare il dardo
col coraggio che mi contraddistingue
perché ho paura
ma col coraggio d’aver paura
[Stefano Decandia]
mercoledì 11 aprile 2018
Ci saranno giorni in cui
sarò di poche parole
o senza parole
senza altre parole
oltre il fiume che scorre
sotterraneo nel cuore
Ci saranno giorni in cui
lavorerò duro
per dimenticarti
spesso senza riuscirci
e giorni in cui
mi sembrerà
tutto sommato
facile non sentirti
saperti così distante
fino a percepirti
delle volte
crudele
Ci saranno giorni bui
e di silenzio ostile
giorni in cui rinnegherò tutto
prima che il gatto miagoli tre volte
Ci saranno giorni in cui
il bisogno di un abbraccio
sarà straziante
giorni in cui ne farò
con leggerezza, a meno
giorni in cui rinuncerò
con la morte sulla cotenna
e giorni in cui supplicherò
per avere quel calore
quella stretta
estasi e tormento
Ci saranno giorni in cui
sarò me stesso
e altri, lo stesso
e sarò entusiasta, Etna
o senza smalto, scarico
Saranno giorni
giorni soltanto
sol tanto giorni come gli altri
e come gli altri giorni
passeranno
[Stefano Decandia]
domenica 1 aprile 2018
Fermo o sbrano
ché non ci piace la tranquillità
Fingiamo di fuggire via
Il mio cuore rotto
a chi lo porto?
non va in porto il mio progetto
non mi porta da nessuna parte
a parte te
Sono morto in quel momento
ché è finita
che non ho più avuto torto
ed è finita la mia vita
Evitala
perché errare umano
e non errare è disumano
Fermo o sbrano
ma una volta fermo
poi ti sbranano
Gira il brano
sopra i jihadischi
Giro con la mano
Giro con gli avanzi
per un’ora d’aria
Gira la galera
Fanno i secondini
per secondi fini
Girano le guardie
come le bardofule
Ballano le guardie
sopra il mio cadavere
Girano le guardie
come le bardofule
Sopra corpi inanimati
coi colletti inamidati
Stringon patti
Arti squartarati
Su i coltelli
Hanno inciso le iniziali
dei miei cari
dei miei cani
dei miei cari cani
Caricano l’odio
Carichiamo l’olio
per lenire le ferite
Per venire
senza fare vita
L’hai finita
(Continua...)
[Stefano Decandia]
giovedì 29 marzo 2018
Amore è risvegliarsi dal coma
o al meno che non so raccontare
Non dirmi ciò che non puoi fare:
fa’ ciò che puoi
tra il dire e il fare c’è di mezzo il reale
Chi l’ha detto che non vale la pena
risvegliarsi dal coma
Amore è risvegliarsi dal coma
Amore è incontrarsi a Milano
Amore è abbandonarsi a Roma
Son triste quando non sei Tu
Sorprende l’ombra dalla groppa
ti blocca come le anche stanche
Ho chiuso il filtro nella grotta
e la pozione nella brocca
Dagli occhi languidi alla bocca
che raglia come un asino:
Manchi perché riempi
manchi ché ci sei
Nanchi che mi riempi
nanchi che ci sei... Tu
Io non ci son più
dove son finito
fuoco nella grotta
fumo e son sparito... Tu?
Io non ci son più
non mi puoi aspettare
perché anche l’attesa esige la presenza
Se è amore crea indipendenza
Amore ben uscita dal coma
L’amore non è mai violenza
Amore bentornata dal coma
Se è amore crea indipendenza
Amore ben uscita dal coma
L’amore turba: turbolenza
Amore bentornata dal coma
Amore è risvegliarsi dal coma
Amore è incontrarsi a Milano
Amore è abbandonarsi a Roma
Son triste quando non sei Tu
Amore benvenuta a Milano
Amore bentornata da Roma
Amore è risvegliarsi dal coma
Son triste quando non sei Tu
[Stefano Decandia]
martedì 27 marzo 2018
Sul Bacio (Nel dubbio bacia)
i tuoi fusilli neri
si attorcigliano ai miei spaghetti
Il cuore accelera
il respiro si fa incalzante
l’amplesso è totalizzante
l’orgasmo pervade ogni anfratto
– ogni cavità, che sono le mie passioni –
e si aggira ai confini del corpo
fino a fuori
e intorno
come una sagoma
un’aura
Ci baciamo dentro un buco nero
mentre aleggio con te, aleggio per te
talmente oscuro da ricoprire il tuo abisso
Tutto mi serve per baciarti
anche i miei denti storti
che trascinano le labbra
nella posizione pronta
Che la barba punge
lo sa solo chi bacia
Baci al caffè
tristi baci elemosinati
fino ai baci al posacenere
Ma io li sento in bocca i nostri baci
mai baci furono più soffici
un incontro fortuito
fra labbra complementari
Il bacio è un termometro
misura l’amore
termometro del cuore
che fa strofinare i piedi
metronomo che ritma
carezze stropiccianti
Tu mi dici: “Baciami in riva al mare”
io invece ti bacio vicino al collo
infilo il naso nella clavicola
- Ti ha baciato lei o l’hai baciata tu?
- Ci si bacia in due.
Ti mando un bacio gatto
di colpo mi guardi negli occhi
mi frughi nel corpo
ché il gesto è intimo
fino alle corde del mondo infimo
Bacio orgasmico
bacio bacio
bacio nero
bacio amplesso
bacio ridere
petto e ossigeno
tanto ridere
bacio gioia
bacio orgasmico senza eiaculazione
Nel dubbio... bacia, bacia sempre
E baci in bocca al lupo
[Stefano Decandia]
Cambio l’acqua ai tuoi fiori
me li hai portati tu
nella boccia i residui
mi ricordano che
nella vita si muore
ogni giorno si muore
che si soffre d’amore
e di mancanza d’amore
sulla strada s’inciampa
se potessi parlarne
se qualcuno ascoltasse
Cambio l’acqua ai tuoi fiori
li hai portati per me
ora l’acqua pulita
parla solo di te
che sei una donatrice
e quel dono non cade
da un dirupo emotivo
ma la mano sostiene
quella palla d’argento
con la corbula dentro
è nell’intreccio segreto
che si regge l’amore
(continua...)
[Stefano Decandia]
lunedì 26 marzo 2018
Per tutti gli orgasmi del corpo
ci hanno tenuti distanti
erano eiaculazioni
soltanto elucubrazioni
di relazioni perfette
d’appariscente stabilità
mentre la società plaude
nelle vesti di una madre
Tutti gli orgasmi del mondo
dentro quell’unico bacio
con i polmoni rigonfi
ed i batteri del cavo orale
tutti coinvolti a gridare:
“È esplosa la primavera
nell’area sublinguale, alè”
Come mi sento male
Ma quanto sono felice
quando mi sento male
ma quanto sono felice
Brillano le afte
esprimi un desiderio
dalla tua saliva
colgo che sei serio
Cadono le afte
parte la mucosa
affezione viscerale
circostanza favolosa
Ma quanto sono felice
quando mi sento male
ma quanto sono felice
Come mi sento male
ma quanto sono felice
Tutti gli orgasmi che voglio
son contenuti in quel bacio
È esplosa la primavera
dalle clavicole alla cerniera
Tutti gli orgasmi del corpo
hanno esibito le occhiaie
vanno testicoli e ovaie
Danza Testicoli-Ovaie
Danza Testicoli-Ovaie: daje!
Ma quanto sono felice
quando mi sento male
ma quanto sono felice
Come mi sento male
ma quanto sono felice
One, two, three, yo
dammi un figlio
Tutti gli orgasmi del corpo
corpo a corpo
(Continua…)
[Stefano Decandia]
domenica 25 marzo 2018
Mi fai innamorire
Quando mi sei vicina
Sento fluire il mondo
Lo vorrei avere addosso
Non si capisce niente
Perché ci investe il flusso
Del nostro odore addosso
Del nostro odore rosso
Rosso rosso forse non lo sai
Eros rosso forse non lo sai
Quanto manchi
Quando manchi
Sento un velo
Sopra il cuore
Atterrare lievemente
Su quel globo che da sempre
Batte forte non risponde
Non ammette le freddezze
Fazzoletto mi fa buio
Resta fermo resta spento
Immobile
Improvvisamente spento
Temporaneamente spettro
Spettro spettro senza amici
Solo solo come vuole chi?
Solo senza manco te
Solo senza te
Che mi fai innamorire
I baci tuoi mi fan saltar le otturazioni
Allora me le frego le complicazioni
I baci tuoi mi fan saltare tutti i perni
Che avevo a protezione per gli inverni
Immagino un futuro dove cade il sole
Immagina un estate dove non si muore
Immagino un futuro accarezzando gatti
Con i miei guanti per lavare i piatti
Quanto t’amo quando non ci sei
Quanto t’amo quando t’amo
[Stefano Decandia]
sabato 24 marzo 2018
Suona il Tiamoforte
Come il Tiamoforte
Suona il Tiamoforte
Sbattono i martelli
Sulle corde Tiamoforte
Bianchi neri bassi
Alti neri bianchi
Scorrono le dita
Fino in cima al Tiamoforte
Perdersi le note
Per riprenderle distorte
Pestarsi le dita
Quando chiude il Tiamoforte
Suona il Tiamoforte
(Continua...)
[Stefano Decandia]
Primo giorno lontano
Non dimentico, t’amo
A dormire di notte
Con il vento che sbatte
Non su porte e finestre
Su rifugi di labbra
Come lucidalabbra
Posa baci sul cuore
Quel che conta è l’amore
Quanto costa abbracciarsi
A distanza d’un giorno
Che non fa resistenza
Cado senza te
In un sonno che avvilisce
Poi ti schiudi fiore in sogno
E l’odore è quello vero
Mani in alto borotalco
Vade retro deodorante
Dammi pelle
Dammi labbra
Dammi tutto quello che
M’hai tenuto in astinenza per
Il primo giorno lontano
Da te
Amami da lontano
Strano, quando non ci sei
È il primo giorno lontano
Ma non dimentico, t’amo
Amami da lontano
Strano, che tu non sia qui
È il primo giorno lontano
Ma non dimentico, t’amo
T’amo anche quando non ci sei
T’amo e non dimentico che t’amo
T’amo anche lontano da te
T’amo da lontano
(Continua...)
Stefano Decandia
venerdì 23 marzo 2018
Saremmo Meraviglia
un bel giorno capirai
ma quei giorni nella vita
non capitano mai
e rimango solo qui
mentre tu stai ferma lì
stringo fra le braccia l’aria
e tu fra le sue braccia
Se ci fosse verità
se ci fosse giustizia
ce ne fosse almeno un po’
saremmo meraviglia
Se ci fosse libertà
se ci fosse giustizia
ce ne fosse almeno un po’
Tu splendevi come il sole
scherzavi come il vino
tornavi ragazzina
dentro quel posticino
facevi le scintille
eri così felice
che ti sentivi Alice
nelle sue meraviglie
Se ci fosse verità
se ci fosse giustizia
ce ne fosse almeno un po’
saremmo meraviglia
Se ci fosse libertà
se ci fosse giustizia
ce ne fosse almeno un po’
Tu, capelli di Medusa
illusione Morgana
io cose dal cilindro
fin quando non m’arrendo
Prima o poi ti sposerò
un bel giorno arriverà
se ci fosse verità
saremmo meraviglia
Prima o poi ti sposerò
un bel giorno arriverà
se ci fosse libertà
[Stefano Decandia]
mercoledì 21 marzo 2018
Passerà a trovarmi
portando dentro il becco pezzettini di pane
steli lunghi a intrecciare nidi
Sento lo sbatter d’ali
come lo sfarfallio
di chi cerca l’oblio
Qui troverà riparo
e si vedrà attizzare
quel focolare interno
che già da troppo tempo
era un composto inverno
Se sono fortunato passerà
anche se un po’ in ritardo
ritardo che fingerà
per incrociar lo sguardo
Allora sentirò le ciglia
morbide di ciniglia
sopra la diaccia guancia
Lì troverò riparo
e si vedrà passare
tramite le mie palme
dai suoi polmoni ai miei
l’etere che ci desta
È il dover-esser pronto
Ché passerà a trovarmi
Se sono fortunato
(Continua...)
[Stefano Decandia]
sabato 10 marzo 2018
La sveglia in riva al mare
quando parlo
Mi fermo mai ad ascoltare
Conchiglie rumori di mare
Il corpo le emozioni Amore
Nell’ego le parole amare
Scollego la parola ‘amare’
Collego il corpo con il cuore
Ci vuole un dizionario raro
Ci vuole brezza gentilezza
Che cosa stiamo ancora a fare
i conti sulle mie pretese
Racconti delle tue pretese
Migliaia sono aspettative
Milioni sono i motivi e motivi emotivi
Io ho un diritto emozionale
Tu hai un diritto emozionale
Lo voglio esercitare
Mi voglio emozionare
Mi voglio esercitare a emozionare
Linguaggio lingua emozionale
Lo so che cosa devo fare
Ora so cosa devo fare
Raschiare polvere di sale
Grattare dalla riva il mare
Scavare con un cucchiaino
sotto l’ombra del mio vicino
Raschiare polvere di stelle
Grattare dalla riva perle
Scavare con un cucchiaino
sotto l’ombra del più vicino
Rischiare di non vivere non posso
Rischiare di non essere me stesso
Rischiare di non respirare
Quel buco nel polmone fa male
Perdite d’aria e di ragione
Fuggire presto di prigione
Metto la sveglia in riva al mare
Mi sveglio presto per sognare... te
Raschiare polvere di sale
Grattare dalla riva il mare
Scavare con un cucchiaino
sotto l’ombra del mio vicino
Raschiare polvere di stelle
Grattare dalla vita pelle
In gabbia come un uccellino
Scappare per quel posticino
[Stefano Decandia]
giovedì 22 febbraio 2018
Amore Rogo
Ti odio perché ti amo?
È da un po’ che non mi baci niente
Dovrei essere più intraprendente
Mi rifiuti ancora
Divento insofferente
Ti chiedo ma non parli
Sbircio nei tuoi occhi grandi
Non posso interpretarli
È da un po’ che mi sbilancio
Ti chiedo un po’ di slancio
Non so perché non parli
Mi sento pure in colpa
Ché tutto ciò che t’accade
Mi riguarda
Ho pensato pure di lasciarti
In pace
Libera
Di vivere
Felice
Allora mi sbilancio
Ti chiedo:
«Cosa pensi, cos’hai, perché non parli?»
Sono ancora quello che ascoltava allora
Tu chiusa nel tuo mutismo
Io non so aiutarti
Io divento pazzo
Tu non puoi aiutarmi
Siamo destinati al fuoco
Non quello che scalda
Quello che brucia
Quest’amore rogo, logora
(Continua...)
[Stefano Decandia]
giovedì 8 febbraio 2018
Un mese e un giorno
Un incontro in crescendo
Occhi come vetri liquidi
Emozioni dei corpi
Conversano nel linguaggio che più gli è proprio
E poi le parole
Divertenti, importanti
I messaggi profondi, i racconti
Le attese
Pazientiamo?
Appuntamenti senza pretese
Senza (un) fine
Voglie di baci e baciarsi e baciamoci!
Tutti i fluidi del corpo e bagnarsi
Immersi, sommersi
Nell’orgasmo dell’emozioni
Che, sedimentando, fanno sentimento
Ci stiamo amando
(Continua...)
[Stefano Decandia]
mercoledì 7 febbraio 2018
Quadrato di Pegaso
«Sono felice?»
Oggi rispondere è semplice: sì!
Sono sugli astri
Al quinto cielo
Entro il quadrilatero
Il posticino
è la proiezione sulla terra
di quel quadratino di cielo
Il nostro amore è al sicuro
Protetto da un recinto di stelle
(Continua...)
[Stefano Decandia]